L’Italia in queste ore è attraversata ed alimentata da una continua cattiva-informazione spesso non qualificata diffusa e rafforzata anche da pseudo esperti che esercitano il loro sapere nella rete.
La causa di questa emotività fuori controllo risulta essere per ora la morte di 4 anziani (con problematiche di salute serie quali patologie oncologiche) mentre la conseguenza è una economia semi paralizzata in determinate aree e per alcuni settori produttivi, non ultimo la filiera del turismo.
Ma che cosa spaventa gli italiani?
Il virus da solo non basta a giustificare questa follia incontrollata ed allora quello che più lascia perplessi, immaginiamo, sia la percezione di un’Istituzione / Paese che non ha le idee chiare, che non risponde ad una catena gerarchica di responsabilità.
Il coronavirus, anche nella sua bassa mortalità, scopre tutte le fragilità del nostro Paese che poggia su decine di organismi di competenza senza coordinamento alcuno. Un sistema, il nostro, che nasconde responsabilità e nel contempo si rivolge ai cittadini con volti diversi e con narrazioni diverse.
In questo contesto come non vedere almeno un aspetto positivo della vicenda coronavirus, ovvero, stante questa esperienza fallimentare, la necessità di un repentino cambiamento da effettuarsi, nel ruolo, nelle competenze e nel coordinamento, quando vi siano emergenze sanitarie.
Ripristinare immediatamente i poteri emergenziali in capo alla Protezione Civile, mettendo al vertice una figura di grande professionalità, con poteri di coordinamento tra il SSN, gli organi statali, gli Enti locali e le forze armate. Alla stessa Protezione civile spetterebbe il compito di comunicare, quale unico organo autorizzato ed ufficiale per la comunicazione, sottraendo la stessa alla passarella di politici.
L’improvvisazione, infatti, cui stiamo assistendo alla fine di questa vicenda costerà molto più cara all’Italia, non tanto sul numero dei morti (che siamo certi resterà limitato e ce lo dicono le fonti autorevoli della medicina mondiale nonché le statistiche) ma sugli effetti sull’economia, le imprese e l’occupazione.
L’Italia ha già conosciuto la stagione di suicidi d’imprenditori e di lavoratori per la crisi economica, non riapriamo quella piaga, oggi ci vuole CUORE, ma soprattutto TESTA.
Condivido pienamente le analisi argomentate
le piccole e medie imprese italiane erano già in difficoltà respiratorie causate dall’ottusita dei governi ai quali sta a cuore solo il futuro dei “posti fissi” con l’approvazione dall’europa che continua a mettere cravatte e stringere i nodi …
Il coronavirus toglie il respiro, soffoca le sue vittime… ecco trovato un capro espiatorio … basta confondere un po le idee, creare incertezza fino a bloccare la mobilità delle persone e si blocca l’economia… nella memoria della gente comune rimmarra il coronavirus il colpevole della peggiore crisi economica … e se tanta confusione fosse voluta?